domenica 12 aprile 2009

Vita di San Nettario di Egina, metropolita di Pentapoli e operatore di miracoli (IV)

Atene

Un giorno, mentre scendeva le scale degli uffici del Ministero dopo che gli era stato nuovamente detto che si sarebbe esaminato il suo caso e che gli avrebbero fatto sapere, incontrò un vecchio amico dell’Egitto che conosceva la sua posizione precedente e la sua virtù. Questi si sorprese al vederlo in un tale stato di prostrazione e, quando ne ebbe conosciuto le cause, intercedette presso il Ministero della Religione e dell’Educazione, cosicché il santo venne nominato predicatore nella diocesi di Vitineia e Euboiea. Immaginate, colui che un tempo era Metropolita della Pentapoli ridotto a predicatore, cosa che anche un semplice monaco avrebbe potuto fare; addirittura il permesso di predicare poteva essere dato dal Sinodo anche ad un semplice laico che ne avesse avuto la capacità. Tuttavia egli non pensò per nulla che si trattasse di una nomina umiliante, né ritenne che si trattasse di piccola cosa, anzi, era una della più grandi poter predicare alla gente la Parola di Dio. Non pensò mai che si trattasse di una briciola dalla tavola, gettatagli come ad un cane, ma anzi se ne fece immediatamente carico e prese a cuore la cosa, impegnandosi seriamente nel suo nuovo incarico. In questo modo arrivò nell’isola di Euboiea e cominciò a predicare di chiesa in chiesa.

Ma come se non fossero bastate le diffamazioni che aveva dovuto subire ad Atene, altre se ne aggiunsero in Euboiea. Voci messe in giro dagli empi vescovi di Alessandria contro il giusto e immacolato Nettario divamparono come un incendio in tutta l’isola. Ogni volta che predicava, la gente sorrideva, rideva e sussurrava a tal punto che nelle chiese di Euboiea si creò una grande confusione. In un primo momento il santo non comprese, perché era davvero una persona umile e semplice, ma più tardi capì che parlavano e ridevano di lui. Si rese conto che invece di fortificare e edificare le anime, insegnando la Parola di Dio, faceva più danno che bene, dal momento che la gente credeva alle voci e non ascoltava le sue prediche. Per questo decise di dimettersi dall’incarico, anche se non aveva altri mezzi per sostentarsi oltre a quella posizione, e per non creare scandalo nella chiesa tornò ad Atene.

Nel frattempo alcune persone cominciavano a rendersi conto che egli era davvero un uomo buono e che era stato diffamato senza motivo. Essi presero ad amarlo perché non riscontravano nel suo modo di vivere e nelle sue conversazioni alcuna delle cose che erano state dette di lui in Egitto. Queste poche persone erano influenti e lo aiutarono ad essere nominato Preside del Seminario Rizarios ad Atene. Avrebbe potuto celebrare nella chiesa del Seminario, dedicata a San Giorgio, Grande Martire e Portatore di Trofeo, come vescovo-prete. Avrebbe anche insegnato agli studenti, dal momento che era davvero un uomo saggio e colto, come aveva dimostrato nei numerosi lavori scritti sullo stato delle anime e la resurrezione dei corpi, sui motivi per i quali esistono riti di commemorazione e su molti altri argomenti.


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