sabato 1 maggio 2010

Vita della nostra santa madre Genoveffa di Parigi (I)


San Germano profetizza di lei


La beata Genoveffa nacque nella parrocchia di Nanterre, a circa sette miglia dalla città di Parigi. Suo padre si chiamava Severo, sua madre Geronzia. In quei giorni, avvenne che i venerabili uomini di Dio, i vescovi Germano e Lupo, si trovassero a passare da lì sulla strada per la Britannia, dove erano diretti a contrastare l'eresia pelagiana, che là aveva sollevato la testa, seminando zizzania nel grano dei fedeli della Chiesa. Questo errore negava l'assoluta necessità della grazia di Dio e del Santo Battesimo per la salvezza degli uomini, mentre le Scritture dicono: Se uno non nasce di nuovo dall'acqua e dallo Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio (Gv 3,5). Ora, mentre essi passavano per quel luogo e una vasta folla si affrettò a uscire dalla chiesa per ottenere la loro benedizione al loro passaggio, San Germano vide in spirito, in mezzo alla moltitudine, che Genoveffa sarebbe divenuta una grande santa. Chiedendo che le venisse portata innanzi, la baciò sul capo e chiese alla folla il suo nome, e di chi fosse figlia. Il suo nome fu annunciato, e i suoi genitori chiamati a presentarsi. San Germano chiese loro: "Questa giovane è vostra figlia?" Essi dissero: "È nostra figlia, signore." San Germano disse loro: "Siete benedetti a essere i genitori di una discendenza così venerabile. Sappiate che alla sua nascita un mistero di grande gioia ed esultanza è stato celebrato dagli angeli. Ella sarà grande di fronte al Signore, e molti, vedendo la sua santa vita e vocazione, abbandoneranno il male, e le cose stolte e svergognate, e ricondurranno la loro vita al Signore, e riceveranno da Cristo la remissione dei loro peccati e la ricompensa della vita." Quindi disse a Genoveffa: "Figlia mia Genoveffa," ed ella rispose "La tua ancella ti ascolta, santo padre: dimmi ciò che mi comandi." San Germano le disse: "Non vorrei che tu esitassi a dirmi se desideri mantenere il tuo corpo immacolato e intatto per Cristo come sua sposa, facendoti consacrare come monaca." Genoveffa gli rispose: "Benedetto sei tu, padre mio, che ti sei compiaciuto di chiedermi se desidero fare ciò che è proprio la mia speranza. Io lo desidero, santo padre," disse, "e prego che il Signore si compiaccia di portare la mia devozione a compimento." San Germano le disse: "Abbi fiducia, figlia, agisci con coraggio, e possa tu essere sincera nelle tue azioni, in quanto credi nel tuo cuore, e in quanto pronunci con la tua bocca."

Ora, arrivati in chiesa, mentre stavano celebrando il ciclo spirituale [degli offici], la nona e la dodicesima ora, San Germano le tenne continuamente la mano sul capo. Dopo avere preso cibo e detto una preghiera, egli ordinò a Severo di portare a casa sua figlia, e di ritornare con lei alle prime luci del giorno, prima che riprendesse il suo lungo viaggio. Mentre la pallida luce dell'alba iniziava a diffondersi sulla terra, ella fu condotta dal padre, e San Germano le disse, "Ave, Genoveffa, figlia mia. Ti ricordi quanto mi hai promesso ieri riguardo alla verginità del tuo corpo?" Genoveffa gli rispose: "Ricordo quanto ho promesso a Dio e a te, santo padre: desidero mantenere incontaminata la castità della mente e del corpo, con l'aiuto di Dio, fino alla fine." San Germano, colpito dal dono di Dio e dalla fede perfetta della fanciulla, tenne gli occhi a terra mentre ella parlava. Ora accadde che vi fosse una moneta che giaceva vicino ai suoi piedi, e aveva sopra stampigliata una croce: egli la prese, ordinandole di portarla sempre al collo. La esortò anche a mantenersi libera da ornamenti d'oro, d'argento e di perle. "Se infatti la bellezza fugace di questo mondo ti conquisterà la mente, ti troverai priva di quegli ornamenti che sono celesti ed eterni." Prendendo commiato da lei, chiedendole di ricordarlo nelle sue preghiere, e raccomandandola a suo padre Severo, completò con l'aiuto di Dio il viaggio che aveva iniziato.


Sua madre è punita da Dio


Avvenne, dopo diversi giorni, che quando sua madre era sul punto di andare in chiesa in un giorno di festa solenne, e aveva ordinato a Genoveffa di rimanere a casa, che non si riuscisse a lenire i suoi pianti e le sue lacrime. La fanciulla diceva infatti: "La fedeltà che ho promesso al santo Germano, la manterrò, e Cristo mi consolerà, e frequenterò la soglia della chiesa, per essere trovata degna di essere sposa di Cristo, come il beatissimo confessore mi ha promesso a sua volta." Sua madre, colma d'ira, colpì la figlia, e immediatamente i suoi occhi furono privati dell'abilità di vedere. Per un anno e nove mesi, per volontà della maestà di Dio, fu afflitta da questa cecità per manifestare la grazia che Genoveffa aveva. Giunse un giorno in cui, ricordando ciò che il grande ierarca aveva detto di sua figlia, la chiamò a sé e le chiese, "Ti prego, figlia mia, prendi un secchio e vai al pozzo, e portami dell'acqua." E quando fu giunta in tutta fretta al pozzo, pianse sull'orlo del pozzo poiché la madre aveva perso la vista, e quando smise di piangere, riempì il recipiente e portò l'acqua alla madre. Soffiando su di esso, Genoveffa lo sigillò con la potenza della Croce, e lo diede a sua madre. La madre, stendendo le mani al cielo con fede e venerazione per l'acqua, ne bevve. Poco dopo, iniziò a tornarle la vista. Ripetendo questo gesto per due o tre volte, la vista che aveva perso le fu completamente resa.


La rivelazione del vescovo Iulico


Accadde che, con due fanciulle molto più anziane di lei, Genoveffa andò dal vescovo Iulico per ricevere la consacrazione. Quando gli furono portate le fanciulle in ordine di età, quel santo ierarca fu informato divinamente che Genoveffa era molto più elevata in rettitudine delle altre, e disse: "La fanciulla che viene per ultima è di maggior statura, dato che ha già ricevuto la santificazione dall'alto." E così esse ricevettero la benedizione del vescovo e partirono.


La sua afflizione e la visione sublime


Col tempo, dopo la morte dei suoi genitori, la beata Genoveffa andò a vivere a Parigi. E perché il potere del Signore potesse essere provato nella sua infermità, e perché la grazia di Cristo che era su di lei brillasse con maggiore radianza, il suo corpo fu preso da una paralisi, tale da farle perdere l'uso dei suoi arti. Afflitta da questa infermità, per tre giorni apparve priva di vita, e solo le sue ginocchia avevano un poco di colore. Quando alla fine ricuperò la salute del corpo, dichiarò di essere stata condotta in spirito da un angelo al luogo di riposo dei giusti, e di avere contemplato là le ricompense preparate per coloro che amano Dio, che sono considerate incredibili dai privi di fede.


Intuito nei cuori degli uomini


Molte volte ella rivelò con chiarezza ciò che era nelle coscienze di quanti vivevano in questo mondo. O tutti voi che la invidiate! Sarebbe meglio che rimaneste in silenzio, poiché i mali della vostra coscienza si rivelano nel vostro risentimento verso i giusti.

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