venerdì 2 gennaio 2009

Vita di San Giovanni, arcivescovo di Shangai e di San Francisco (V)

Parigi

Vladika stesso andò a Washington D.C. per condurre la propria gente in America. Le legislazione venne modificata e praticamente l’intero campo venne a New York, ancora una volta grazie a lui. Terminato l’esodo del suo gregge dalla Cina, nel 1951 all’arcivescovo Giovanni venne affidato un nuovo compito per il suo zelo pastorale: venne infatti inviato dal Sinodo dei Vescovi all’Arcidiocesi dell’Europa Occidentale, con sede prima a Parigi e poi a Bruxelles. Divenne pertanto uno dei gerarchi di rilievo della Chiesa Russa all’Estero, la cui partecipazione veniva frequentemente richiesta alle sessioni del Sinodo a New York.

In Europa occidentale Vladika prese ad interessarsi profondamente non solo della diaspora russa, per la quale si impegnava instancabilmente in opere simili a quelle grazie alle quali era stato noto a Shangai, ma anche degli abitanti locali. Ricevette sotto la sua giurisdizione le locali chiese ortodosse francesi e olandesi, proteggendole ed incoraggiando il loro sviluppo ortodosso. Celebrava la divina liturgia in francese ed olandese, così come prima aveva fatto in greco e cinese e come più tardi farà in inglese.

L’interesse e la devozione di Vladika per i Santi della Chiesa, che già prima sembrava conoscere in modo illimitato, si estese ora ai Santi dell’Europa occidentale che risalissero a prima dello scisma della chiesa latina, molti dei quali, venerati solo localmente, non erano inclusi in alcun calendario ortodosso. Egli raccolse le loro vite ed immagini e più tardi ne sottomise un’ampia lista al Sinodo.

Di questo periodo della presenza di Vladika in Europa occidentale la signora E.G. Chertkova ricorda: «In più occasioni visitai Vladika quando viveva nel palazzo del Corpo dei Cadetti, vicino a Parigi. Aveva una piccola cella all’ultimo piano. In essa c’erano un tavolo, una poltrona, varie sedie e, in un angolo, icone e un leggio con dei libri. Non c’erano letti, dal momento che Vladika non si stendeva a dormire, ma pregava appoggiandosi ad un alto bastone con una traversa sulla cima. A volte pregava inginocchiato; più spesso, quando si prostrava, cadeva addormentato in quella posizione sul pavimento per un poco. Ecco come stancava il suo corpo! Alle volte, durante le nostre conversazioni, mi sembrava che sonnecchiasse. Ma quando mi fermavo, egli mi diceva immediatamente: “Continuate, vi ascolto”.

Poiché da tempo la nostra chiesa non aveva un prete stabile, una volta venne un prete da un’altra parrocchia per celebrare i Vespri. L’intera funzione durò solo quarantacinque minuti (di solito dura due ore e mezzo)! Eravamo orripilati! Così tante parti dei Vespri vennero saltate, che decidemmo di riferirlo a Vladika. Speravamo che avrebbe indotto il prete a seguire l’ordine stabilito delle funzioni. Ma egli ci rispose cordialmente: “Com’è difficile accontentare le persone! Io celebro troppo a lungo e lui troppo poco!” Con una simile gentilezza e docilità ci insegnava a non giudicare».

La reputazione di santità di Vladika si diffuse anche fra i non ortodossi. In una delle chiese cattoliche di Parigi un prete si sforzò di ispirare i suoi giovani con queste parole: «Voi domandate prove, dite che oggi non ci sono più né miracoli, né santi. Perché devo darvi delle prove teoriche, se oggi cammina per le strade di Parigi un santo – San Giovanni dai Piedi Nudi?». Molte persone testimoniarono dei miracoli operati dall’arcivescovo Giovanni in Europa occidentale.

V.D. racconta: «Molti erano consapevoli che non era necessario dire a Vladika di visitare qualcuno. Il Signore stesso gli ispirava dove e da chi andare. Vladika Giovanni era conosciuto in molti degli ospedali francesi e vi era ammesso in qualunque momento. Egli, senza sbagliarsi, si dirigeva sempre dove c’era bisogno. Una volta mio fratello venne portato in ospedale per una ferita alla testa. Le radiografie rivelarono un’ampia frattura cranica. I suoi occhi gonfiarono e divennero sanguigni; era in condizioni critiche. Vladika, che non conosceva mio fratello, in qualche modo lo trovò nell’ospedale, pregò su di lui e gli impartì la Santa Comunione. Quando gli vennero rifatte le radiografie, non c’era più alcuna frattura ed egli recuperò molto in fretta. Il dottore era sbigottito!»