martedì 21 aprile 2009

Vita di San Nettario di Egina, metropolita di Pentapoli e operatore di miracoli (V)

Egina


A causa dell’eccessivo caos di Atene, delle molte parole, del molto rumore spirituale e psichico, Nettario, persona d’indole tranquilla, desiderò ritirarsi e recarsi in un luogo dove potesse essere con Dio e pregare in accordo con il suo cuore. Cominciò dunque a cercare un posto adatto fuori Atene e giunse all’isola di Egina: aveva infatti sentito dire che lì c’erano molti piccoli monasteri e chiese che non erano più utilizzati. Ad Egina c’era un ragazzo, solito a cadere in trance e ad avere intuizioni profetiche; spesso dormiva davanti alle Porte Regali e quando si svegliava riferiva i suoi sogni ed essi si avveravano. La gente pensava che si trattasse di un dono di Dio, ma in realtà era posseduto da uno spirito di divinazione, come registrato nel Nuovo Testamento, quando si parla di coloro che profetizzavano grazie ai demoni. La prima volta che Nettario andò sull’isola, il ragazzo gridò: «Un Santo è in arrivo. Andate alla spiaggia ad incontrare l’uomo di Dio». Disse addirittura il suo nome, da dove veniva e perché. Perciò tutti andarono sulla spiaggia per incontrarlo ed egli fu stupito che costoro si fossero radunati per lui e chiese come mai. Gli dissero del ragazzo ed egli comprese immediatamente che era un demonio a parlare e non Dio. Andò da lui, lo benedisse e comandò al demonio di uscire: quegli se ne andò e il ragazzo non parlò mai più di visioni, né fece più profezie.

Nettario si mise dunque in cerca di un luogo adatto e ne trovò uno a circa due ore di cammino dalla città principale, a picco sul mare, una piccola chiesa che un tempo era un monastero dedicato alla Santissima Trinità. Con le sue stesse mani cominciò a ricostruire alcune delle celle intorno. Nel frattempo conobbe una monaca cieca, Xenia, per la quale maturò un profondo rispetto, al punto che ne fece la madre superiore della prima piccola comunità, che si creò con l’arrivo di alcune altre anime.

Dal momento che padre Nettario era davvero un uomo dotato, specialmente per quanto riguardava la confessione, e aveva moltissimo discernimento nelle materie spirituali, molti accorrevano da lui, anche dalla capitale. In questo modo Nettario divenne veramente una luce per l’isola di Egina e il principale confessore e padre spirituale di tutta la Grecia. Con l’aiuto dei suoi figli spirituali e le donazioni della gente che cominciava a riconoscere la sua vita secondo Dio, essi furono in grado di accrescere il convento a più di trenta monache, oltre a tutti quelli che vi si raccoglievano per udire Nettario predicare la Parola.

Una volta il Santo disse alle monache: «Sto costruendo un faro per voi, e Dio ci porrà una luce che risplenderà in lungo e in largo per il mondo intero. Molti la vedranno e verranno qui ad Egina». Ma le monache non poterono comprendere il senso di questa frase, che capirono solo dopo la ricognizione delle sue Sante Reliquie ed i miracoli che cominciarono ad operare. Egli voleva dire che la sua maniera di vivere, il suo stesso santo corpo, erano il faro e se Dio si fosse compiaciuto avrebbe inviato la Sua luce ed essa sarebbe rifulsa in tutto il mondo. E queste parole si sono oggi adempiute.

domenica 12 aprile 2009

Vita di San Nettario di Egina, metropolita di Pentapoli e operatore di miracoli (IV)

Atene

Un giorno, mentre scendeva le scale degli uffici del Ministero dopo che gli era stato nuovamente detto che si sarebbe esaminato il suo caso e che gli avrebbero fatto sapere, incontrò un vecchio amico dell’Egitto che conosceva la sua posizione precedente e la sua virtù. Questi si sorprese al vederlo in un tale stato di prostrazione e, quando ne ebbe conosciuto le cause, intercedette presso il Ministero della Religione e dell’Educazione, cosicché il santo venne nominato predicatore nella diocesi di Vitineia e Euboiea. Immaginate, colui che un tempo era Metropolita della Pentapoli ridotto a predicatore, cosa che anche un semplice monaco avrebbe potuto fare; addirittura il permesso di predicare poteva essere dato dal Sinodo anche ad un semplice laico che ne avesse avuto la capacità. Tuttavia egli non pensò per nulla che si trattasse di una nomina umiliante, né ritenne che si trattasse di piccola cosa, anzi, era una della più grandi poter predicare alla gente la Parola di Dio. Non pensò mai che si trattasse di una briciola dalla tavola, gettatagli come ad un cane, ma anzi se ne fece immediatamente carico e prese a cuore la cosa, impegnandosi seriamente nel suo nuovo incarico. In questo modo arrivò nell’isola di Euboiea e cominciò a predicare di chiesa in chiesa.

Ma come se non fossero bastate le diffamazioni che aveva dovuto subire ad Atene, altre se ne aggiunsero in Euboiea. Voci messe in giro dagli empi vescovi di Alessandria contro il giusto e immacolato Nettario divamparono come un incendio in tutta l’isola. Ogni volta che predicava, la gente sorrideva, rideva e sussurrava a tal punto che nelle chiese di Euboiea si creò una grande confusione. In un primo momento il santo non comprese, perché era davvero una persona umile e semplice, ma più tardi capì che parlavano e ridevano di lui. Si rese conto che invece di fortificare e edificare le anime, insegnando la Parola di Dio, faceva più danno che bene, dal momento che la gente credeva alle voci e non ascoltava le sue prediche. Per questo decise di dimettersi dall’incarico, anche se non aveva altri mezzi per sostentarsi oltre a quella posizione, e per non creare scandalo nella chiesa tornò ad Atene.

Nel frattempo alcune persone cominciavano a rendersi conto che egli era davvero un uomo buono e che era stato diffamato senza motivo. Essi presero ad amarlo perché non riscontravano nel suo modo di vivere e nelle sue conversazioni alcuna delle cose che erano state dette di lui in Egitto. Queste poche persone erano influenti e lo aiutarono ad essere nominato Preside del Seminario Rizarios ad Atene. Avrebbe potuto celebrare nella chiesa del Seminario, dedicata a San Giorgio, Grande Martire e Portatore di Trofeo, come vescovo-prete. Avrebbe anche insegnato agli studenti, dal momento che era davvero un uomo saggio e colto, come aveva dimostrato nei numerosi lavori scritti sullo stato delle anime e la resurrezione dei corpi, sui motivi per i quali esistono riti di commemorazione e su molti altri argomenti.