Egina
A causa dell’eccessivo caos di Atene, delle molte parole, del molto rumore spirituale e psichico, Nettario, persona d’indole tranquilla, desiderò ritirarsi e recarsi in un luogo dove potesse essere con Dio e pregare in accordo con il suo cuore. Cominciò dunque a cercare un posto adatto fuori Atene e giunse all’isola di Egina: aveva infatti sentito dire che lì c’erano molti piccoli monasteri e chiese che non erano più utilizzati. Ad Egina c’era un ragazzo, solito a cadere in trance e ad avere intuizioni profetiche; spesso dormiva davanti alle Porte Regali e quando si svegliava riferiva i suoi sogni ed essi si avveravano. La gente pensava che si trattasse di un dono di Dio, ma in realtà era posseduto da uno spirito di divinazione, come registrato nel Nuovo Testamento, quando si parla di coloro che profetizzavano grazie ai demoni. La prima volta che Nettario andò sull’isola, il ragazzo gridò: «Un Santo è in arrivo. Andate alla spiaggia ad incontrare l’uomo di Dio». Disse addirittura il suo nome, da dove veniva e perché. Perciò tutti andarono sulla spiaggia per incontrarlo ed egli fu stupito che costoro si fossero radunati per lui e chiese come mai. Gli dissero del ragazzo ed egli comprese immediatamente che era un demonio a parlare e non Dio. Andò da lui, lo benedisse e comandò al demonio di uscire: quegli se ne andò e il ragazzo non parlò mai più di visioni, né fece più profezie.
Nettario si mise dunque in cerca di un luogo adatto e ne trovò uno a circa due ore di cammino dalla città principale, a picco sul mare, una piccola chiesa che un tempo era un monastero dedicato alla Santissima Trinità. Con le sue stesse mani cominciò a ricostruire alcune delle celle intorno. Nel frattempo conobbe una monaca cieca, Xenia, per la quale maturò un profondo rispetto, al punto che ne fece la madre superiore della prima piccola comunità, che si creò con l’arrivo di alcune altre anime.
Dal momento che padre Nettario era davvero un uomo dotato, specialmente per quanto riguardava la confessione, e aveva moltissimo discernimento nelle materie spirituali, molti accorrevano da lui, anche dalla capitale. In questo modo Nettario divenne veramente una luce per l’isola di Egina e il principale confessore e padre spirituale di tutta la Grecia. Con l’aiuto dei suoi figli spirituali e le donazioni della gente che cominciava a riconoscere la sua vita secondo Dio, essi furono in grado di accrescere il convento a più di trenta monache, oltre a tutti quelli che vi si raccoglievano per udire Nettario predicare la Parola.
Una volta il Santo disse alle monache: «Sto costruendo un faro per voi, e Dio ci porrà una luce che risplenderà in lungo e in largo per il mondo intero. Molti la vedranno e verranno qui ad Egina». Ma le monache non poterono comprendere il senso di questa frase, che capirono solo dopo la ricognizione delle sue Sante Reliquie ed i miracoli che cominciarono ad operare. Egli voleva dire che la sua maniera di vivere, il suo stesso santo corpo, erano il faro e se Dio si fosse compiaciuto avrebbe inviato la Sua luce ed essa sarebbe rifulsa in tutto il mondo. E queste parole si sono oggi adempiute.