giovedì 12 marzo 2009

Vita di San Nettario di Egina, metropolita di Pentapoli e operatore di miracoli (II)

Viaggio verso la Terra Santa

Quando Anastasios era ancora giovane visitò i Luoghi Santi per venerarli. Durante un viaggio sopravvenne una grande tempesta e la nave rischiava di affondare; il capitano, non sapendo che altro fare, diede ordine che fossero preparate le scialuppe di salvataggio e «possa Dio aiutarci». Se qualcuno fosse stato in grado di salvarsi, meglio così, altrimenti la nave sarebbe affondata con tutti a bordo. Il piccolo Anastasios guardò il mare, sentì il capitano e i suoi ordini disperati e gli occhi gli si riempirono di lacrime, poiché si accorse che davvero non c’era via d’uscita. In quel momento tuttavia, quando anche l’ultima speranza di salvezza era perduta e tutti aspettavano l’ordine del comandante di abbandonare la nave, Anastasios gli si avvicinò e prendendo il timone pregò, esclamando verso il cielo: «Mio Dio non voglio morire, voglio predicare il Tuo nome. Perché permetti questo?» Ripeté queste parole diverse volte, poi lasciò andare il timone, estrasse la croce che portava, quella che gli aveva dato la nonna e che conteneva un pezzo della Croce Venerabile, la legò alla cintura, andò verso il lato della nave e la immerse nell’acqua, comandando al mare, come aveva fatto il Signore, con le parole: «Silenzio! Basta». Ripeté il gesto tre volte, quando, o la Tua volontà, Cristo Dio, dopo la terza esortazione ed immersione, il vento cessò e una gran calma seguì, nello stupore di tutti. Essi continuarono il viaggio con grande gioia, glorificando Dio, eccetto per il piccolo operatore di miracoli Anastasios, che era triste perché la Croce Venerabile, dono di sua nonna, era caduta in acqua. Quando attraccarono sentirono uno strano bussare dabbasso. Il capitano mandò dei marinai per capirne la causa, ma essi non trovarono nulla. Questi raggiunsero il ponte quando tutti stavano cominciando a sbarcare e fra essi il piccolo Anastasios. Mentre stavano scendendo, suoni come di bussare vennero ancora uditi dalla stiva e il capitano ordinò nuovamente di cercarne la causa, anche con una piccola barca per esaminare lo scafo. Mentre erano intenti a quest’operazione, un marinaio trovò la Croce Venerabile di Anastasios, nel punto da cui i suoni provenivano. Si può solo immaginare cosa accadde allora. Il marinaio riferì immediatamente il suo ritrovamento e il capitano cominciò a chiamare il piccolo, che era sceso e si trovava già ad una certa distanza. Gli gridò «Kephalas, Kephalas, torna indietro, vieni qui!», facendogli segno. Il piccolo Anastasios ritornò, ricevette il suo “tesoro” e da quel momento lo portò sempre con sé.

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