San Francisco I
A San Francisco, la cui parrocchia-cattedrale è la più ampia della Chiesa russa all’estero, si era ritirato per motivi di salute un amico di lunga data di Vladika, l’arcivescovo Tikhon e in sua assenza la costruzione della nuova cattedrale aveva subito un arresto perché un’amara disputa paralizzava la comunità russa. In risposta alle pressanti richieste di migliaia di Russi della città che lo avevano conosciuto a Shangai, l’arcivescovo Giovanni venne inviato dal Sinodo come l’unico gerarca capace di riportare la pace nella comunità divisa. Giunse in quest’ultima diocesi che gli venne assegnata come vescovo ventotto anni dopo il suo primo arrivo a Shangai, il giorno della festa dell’Ingresso della Madre di Dio al Tempio, 21 novembre 1962.
Sotto la guida di Vladika venne ripristinata la pace, la paralisi della comunità terminò e così anche i lavori per la cattedrale. Tuttavia anche nel ruolo di pacificatore Vladika venne attaccato e sul suo capo vennero ammucchiate accuse e diffamazioni. Venne forzato ad apparire in tribunale – in flagrante violazione dei canoni della Chiesa – per rispondere all’imputazione assurda di nascondere la disonestà finanziaria del Consiglio parrocchiale. Tutti i coinvolti furono completamente esonerati; ma in questo modo gli ultimi anni di Vladika furono pieni di amarezza e persecuzioni, alle quali instancabilmente replicò senza lamentarsi, senza giudicare nessuno, con una pace immutata.
Vladika rimase fino alla fine del suo cammino coerente con il fedele servizio alla Chiesa. Per coloro che lo conobbero nei suoi ultimi anni spiccavano forse due aspetti del suo carattere: il primo era la sua severità in ciò che riguardava la Chiesa e la Legge di Dio.
Alla fine di ottobre la chiesa romano-cattolica celebra la festa di Tutti i Santi. Esiste una tradizione secondo la quale la notte precedente gli spiriti malvagi celebrino la propria festa del caos. In America, questa celebrazione, detta Halloween, è diventata ocasione nella quale i bambini fanno malefatte vestiti da streghe, diavoli, fantasmi, come se chiamati dai poteri oscuri – una diabolica parodia del Cristianesimo. Un gruppo di Russi aveva organizzato per quella notte un ballo di Halloween. In quello stesso momento, nella cattedrale di San Francisco, si celebrava la Veglia di Tutta la Notte e un buon numero di persone era assente, con grande dispiacere di Vladika. Dopo il rito Vladika andò nel luogo in cui si stava ancora tenendo il ballo. Salì i gradini ed entrò nella sala, con pieno stupore dei partecipanti. La musica terminò e Vladika, completamente in silenzio, diede un’occhiataccia alla gente sbigottita, facendo lentamente e deliberatamente il giro della sala, con il pastorale in mano. Non disse una parola e d’altronde non era necessario: la sola vista di Vladika punse la coscienza di tutti, ed era evidente dalla costernazione generale. Vladika se ne andò in silenzio e il giorno dopo, in chiesa, tuonò la sua santa indignazione e il suo bruciante zelo, invitando tutti alla devota vita cristiana.
Tuttavia Vladika non veniva ricordato dal suo gregge per il rigore, ma semmai per la gentilezza, la sua gioia, anche per quella che è stata chiamata “follia in Cristo”. La sua più popolare fotografia cattura qualcosa di questo aspetto del suo carattere. Era specialmente evidente nella sua condotta con i bambini. Dopo le funzioni egli sorrideva e scherzava con i ragazzi che lo servivano, scherzosamente colpendo i refrattari sulla testa con il suo pastorale. Certe volte il clero della cattedrale si sarebbe imbarazzato nel vederlo, nel mezzo di una funzione (ma mai all’altare) chinarsi a giocare con un bambino piccolo. E durante le feste in cui era prevista la benedizione con l’acqua santa, egli spruzzava i fedeli non sulla testa, come d’uso, ma direttamente in viso (cosa che una volta indusse una bambina ad esclamare «ti spruzza proprio!»), con un evidente bagliore negli occhi e una totale noncuranza per l’ansioso imbarazzo dei più pomposi.
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